Gli Escherichia coli (a volte abbreviati come E. coli) sono batteri che vivono normalmente nell’intestino di persone e animali; esistono centinaia di ceppi diversi di Escherichia coli e molti di essi non solo sono innocui, ma sono di grande utilità per un corretto funzionamento dell’intestino umano. Questo batterio è presente nell’intestino di molte specie di mammiferi, fra cui l’uomo, e fa parte della normale flora batterica intestinale. Si tratta quindi di un germe commensale, che vive in equilibrio con l’organismo ospitante e non solo non arreca alcun danno, ma contribuisce anzi ai processi di digestione degli alimenti.
Esistono tuttavia alcuni ceppi patogeni in grado di causare disturbi come la diarrea o anche malattie al di fuori del tratto intestinale come ad esempio infezioni del tratto urinario (cistiti), che possono diventare causa di sintomi fastidiosi e occasionalmente anche pericoli significativi. Il motivo per cui E. coli è frequentemente responsabile di infezioni urinarie è puramente anatomico: nella specie umana l’apertura anale, che è l’ultimo tratto dell’intestino, si trova in prossimità del meato uretrale, cioè la parte finale delle vie urinarie. Questa vicinanza favorisce quindi il passaggio del batterio da un distretto all’altro.
I ceppi di Escherichia Coli in grado di causare diarrea possono essere trasmessi attraverso acqua o cibo contaminati, oppure direttamente attraverso il contatto con animali o persone.
La cura, che deve essere decisa in base al quadro clinico del paziente, si basa essenzialmente sulla somministrazione di antibiotici attivi nelle urine. Iniziare precocemente le terapie di supporto (soprattutto reidratanti) nei pazienti con infezioni da Escherichia coli è di grande importanza per la prevenzione di complicazioni.
Le ricerche non confermano che la terapia antibiotica sia necessaria né tanto meno efficace; gli antibiotici, addirittura, potrebbero far aumentare il rischio di sindrome emolitico-uremica.
Come prevenire? Ecco cinque piccoli consigli: evitare cibi ‘a rischio’ come carne non cotta a sufficienza e latte non pastorizzato; lavare accuratamente gli alimenti crudi; pulire gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con prodotti e carne crudi; utilizzare contenitori separati per ogni alimento e lavarsi bene le mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno, dopo aver cambiato pannolini e dopo aver toccato animali.