La tecnologia applicata sugli animali è una situazione che lascia senza dubbio spazio a discutibili risvolti etici: si sono condotti diversi esperimenti clamorosi dove si è cercato di sfruttare le abilità specifiche di una determinata specie, rendendo questi animali cyborg utili al servizio dell’umanità.
Quali sono gli esperimenti scientifici più clamorosi? Il primo riguarda le locuste cyborg che saranno impiegate per la ricerca attiva di materiale esplosivo ed elementi dannosi. L’elemento viene controllato da elettrodi collegati al cervello, ed il tutto si coadiuva anche della presenza di un LED posizionato sul dorso che funge da sorta di sistema di notifica. Verrà impiegato nel contesto dei progetti della US NAVY svolti in collaborazione con i ricercatori dell’Università di St. Louis.
Gli scarafaggi cyborg invece sono oggetto di numerose ricerche e per quanto impressionanti e nauseanti possano sembrare torneranno utilissimi in condizioni di grave emergenza per la ricerca dei superstiti. Sono, infatti, le uniche creature a poter sopravvivere per lunghi periodi in presenza di agenti radioattivi.
Per la categoria insetti, a Singapore è stato creato uno scarabeo cyborg radiocontrollato tramite impulsi elettrici. Il coleottero Hi-Tech prende spunto dalla specie di Mecynorhina torquata e usa elettrodi articolari per il controllo della direzione di movimento. A cosa potrebbe servire? Per missioni di soccorso, o anche per rilevare presenza di agenti chimici in laboratori o scenari di guerra.
Insetti ma non solo. E’ stato progettato il gatto cyborg, un felino con l’antenna nella coda, il microfono nella testa e gli altri componenti dislocati nel corpo. Lo squalo cyborg che si muove seguendo la stimolazione olfattiva alla ricerca di cibo e quando attratto dall’odore del sangue, ed in questo frangente si è ben pensato di comandarlo “a bacchetta” contro il suo stesso volere, realizzando un ibrido davvero poco consueto e temibile. Ultima ma non meno importante la tartaruga cyborg che arriva invece dalla Corea del Sud, dov’è in studio un modello di sistema non invasivo e non doloroso per l’animale, che viene stimolato sfruttando il suo istinto per aggirare gli ostacoli. Un sistema elettronico a forma di cilindro nero è posizionato nella sfera del campo visivo dell’animale, che può essere mosso nella direzione desiderata.