L’ingegneria genetica potrà nel prossimo futuro dare soluzioni efficaci per ripulire il pianeta dall’inquinamento ma anche per produrre biomassa e bonificare aree contaminate? Questi sembrano gli obiettivi (possibili) alla base dello studio dell’European Cooperation in Science and Technology (Cost) coordinata dall’Istituto di bioscienze e biorisorse (Ibbr) del Cnr di Firenze.
Cristina Vettori dell’Ibbr-Cnr, coordinatrice del progetto, ha cosi spiegato:
Pochi sanno che l’ingegneria genetica è in grado di sviluppare alberi che possono fornire elevate quantità di biomassa, facili da coltivare, resistenti a condizioni climatiche avverse e che necessitano di poca acqua e nutrienti. Il crescente bisogno di legna e risorse energetiche su scala globale porterà inevitabilmente a una richiesta sempre maggiore di queste piante.
L’esperta spiega anche che la loro resistenza rende gli alberi Ogm candidati ideali per un uso intensivo a scopi economici. Vettori che potrebbero essere impiegati per contrastare l’inquinamento di suolo e aria: La loro tolleranza a suoli inquinati ne offre possibile l’utilizzo anche per risanare aree contaminate e contribuire a mitigare gli effetti del climate change.