Come funziona un treno a idrogeno?

Non è un ritorno al passato, anche se i primi treni andavano avanti così. Torna il treno a vapore. Ma è innovativo, ecologico, tecnologico. A zero emissioni. Regionale, con spazio interno e finestrini ampi. Funziona con l’idrogeno e le celle a combustibile, sostituisce i diesel, è adatto per le numerose linee non elettrificate che ancora ci sono in Europa e invece di anidride carbonica emette vapore, appunto, o acqua di condensa

Come funziona treno a idrogeno? Alla base di tutto c’è la tecnologia ‘hydrail’, una combinazione di fuel cell a idrogeno, batterie e sistemi di stoccaggio in sostituzione al diesel power pack che permettono una resa equivalente a quella dell’unità elettrica multipla. Il treno a idrogeno funziona utilizzando un serbatoio posizionato sul tetto e punti di rifornimento collocati lungo le linee ferroviarie, senza alcun bisogno di ulteriori interventi infrastrutturali o adeguamenti delle linee. Elemento da non sottovalutare se l’obiettivo ultimo è rendere il trasporto su rotaia al 100% sostenibile. Con un pieno, un treno alimentato a può percorrere tra i 600 e gli 800 chilometri, raggiungendo una velocità massima di 140 km / h.

La nuova generazione di treni nasce infatti per sostituire i motori a combustione, abbassando anche i livelli di rumore. Il treno a idrogeno è alimentato con la cella a combustibile, il nucleo d’energia del treno. Fornisce energia elettrica attraverso la combinazione con l’idrogeno, immagazzinato in serbatoi a bordo, con l’ossigeno dell’aria nell’ambiente. Non ci sono emissioni di gas serra né particolato e l’energia è prodotta senza generatori o turbine, con rilascio maggiore o minore nelle fasi di accelerazione o frenata. Costa un po’ di più di un treno normale (quelli regionali nell’accordo-quadro sono intorno ai 9-9,5 milioni l’uno), ma il prezzo può scendere con una maggiore quantità di treni ordinati.

E l’Italia?  Il nostro Paese può inserirsi dentro questo tipo di discorso grazie ad un impianto di produzione di idrogeno da utilizzare come carburante. Dal 2014, infatti, a Bolzano c’è H2 Alto Adige, unico centro mondiale in Italia con la missione di produrre il carburante del futuro. L’impianto alto-adesino sarà destinato a rifornire le stazioni “verdi” tra il Brennero e Verona, in quello che è definito il corridoio verde  che si snoderà tra Monaco di Baviera e Modena. I tre elettrolizzatori di Bolzano saranno in grado di produrre idrogeno per rifornire 15 autobus e 700 automobili, totalizzando un risparmio in Co2 pari a 1.200.000 kg. Purtroppo, si stima che il costo dei veicoli a idrogeno sia superiore a quello per i veicoli classici a combustibili fossili, almeno per i primi 15-20 anni. Stesso intervallo di tempo in perdita, è calcolato per le prime stazioni di rifornimento di idrogeno. Tuttavia, l’innovazione deve passare per un breve periodo di sacrificio, per arrivare pi all’obiettivo di una viabilità sostenibile e rinnovabile.

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