Entrerà in esercizio già nel mese di marzo l’osservatorio Ue creato per rilevare i progressi e le ricadute dello sviluppo della bioeconomia. Il progetto, con una durata di tre anni, raccoglierà i dati al fine di seguire l’evoluzione dei mercati e delle politiche europee, nazionali e regionali, le tendenze degli investimenti, pubblici e privati, in modo da inserirli in un portale web decollato all’inizio del 2014. L’osservatorio, che sarà coordinato dal Centro comune di ricerca, servizio scientifico interno della Commissione Ue, vuole anche far circolare informazioni scientifiche, casi di eccellenza, messi a punto dal mondo della sperimentazione e dell’innovazione.
La strategia europea sulla bioeconomia avviata un anno fa, ha i suoi fondamenti sull’uso intelligente delle risorse biologiche e rinnovabili, per realizzare una crescita sostenibile nei settori industriale ed energetico, nella gestione e nel riciclaggio dei rifiuti, in agricoltura e nella produzione di alimenti e mangimi. La Commissione europea stima che la bioeconomia possa in un futuro non troppo remoto creare 22 milioni di posti di lavoro qualificati, nel settore dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, in quello energetico, ma anche in quello dei rifiuti. Introdurre tecniche per il riciclaggio, la trasformazione e la produzione di energia oltre a promuovere un formidabile risparmio: lo smaltimento dei rifiuti alimentari, costa al contribuente europeo tra 55 e 90 euro a tonnellata e produce 170 milioni di tonnellate di CO2, potrebbe creare occupazione nell’ordine di almeno due milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni.